La necropoli di Moseddu a Cheremule

La necropoli di Moseddu  o Musedu è un sito archeologico della Sardegna nord occidentale, a pochi km da Sassari

Continua attraverso la necropoli di Moseddu la conoscenza e la ricerca della Sardegna in una piacevolissima unione di cultura e natura, soprattutto grazie al clima che caratterizza la nostra regione. Sole e belle temperature la fanno da padrone anche stavolta.

Dove si trova la necropoli di Moseddu

Siamo a pochi km dal paesino di Cheremule, in provincia di Sassari, nel Meilogu, nella Sardegna nord occidentale.

Siamo nel parco dei petroglifi, una vasta zona che comprende anche Tennero e Mattarigotza con un totale di ben 37 tombe ipogeiche, le famose domus de janas. Il periodo di riferimento è il Neolitico recente, per capirci meglio intorno alla seconda metà del IV millennio. Sono state, tuttavia, riutilizzate sia nel periodo Eneolitico (III millennio) che in periodo romano.

I peroglifi sono incisioni sulla pietra di figure antropomorfe stilizzate, purtroppo rare in Sardegna. In questo complesso, invece, abbiamo circa venti raffigurazioni poste all’esterno delle tombe, nei corridoi esterni, dove si celebravano i riti funebri. Il corpo è stilizzato, mentre la testa è un cerchio. Sembra la rappresentazione di un ballo in onore del defunto, riconoscibile dal fatto che la figura è capovolta.

La necropoli di Moseddu 

Anche in questo caso la necropoli nasce all’interno di una ampia zona calcarea, che affiora dal terreno, cosa che, purtroppo, la rende anche molto esposta alle corrosioni del tempo.

La necropoli di Moseddu

Si tratta di un complesso di diciotto tombe ipogeiche, delle famose domus de janas, caratteristiche della Sardegna, ma in questo caso sono quasi tutte molto semplici, con una o due stanze.

Alcune tombe hanno architravi e cornici scolpiti nella roccia, ma non si vede alcuna forma taurina, come normalmente accade.

Tuttavia, la presenza di un numero di tombe così elevato testimonia la forte presenza abitativa della zona. Lo stesso riutilizzo in epoca romana, attraverso gli impianti di vinificazione ben visibili tutt’oggi, testimoniano l’importanza agricola ed abitativa della zona.

La tomba più bella ed interessante è la XVI, nota anche come Sa presone, che ha un corridoio di accesso (dromos), un primo ambiente e tre ampie camere.

La necropoli di Moseddu tomba xvi
La tomba XVI

Importante il focolare scolpito all’interno, come spesso abbiamo visto in altre domus de janas, proprio perché l’ambiente del defunto fosse vicino a quello dei vivi. Proprio in questa tomba possiamo ammirare i petroglifi. Inoltre, all’interno dell’ultima stanza a sinistra l’ambiente utilizzato per la torchiatura.

Torchiatura

Sopra le necropoli possiamo facilmente vedere i canali di scolo dell’impianto di vinificazione.

L’impianto di vinificazione

Sopra i banche di roccia calcarea ci sono circa numerosi impianti e sono in pratica due vasche comunicanti, di cui la prima più grande e la seconda notevolmente più piccola. Inoltre, le necropoli erano utilizzate come cisterne che raccoglievano il vino, dopo aver forato il soffitto.

Impianti di vinificazione

La tomba della Cava

Considerato quanto possiamo vedere oggi, la tomba della Cava, tramutata in epoca medioevale in cappella funeraria e sul cui pavimento abbiamo figure antropomorfe. Il dromos, che la precedeva, purtroppo, non è più disponibile.

Hai già visitato le necropoli di sant’Andrea Priu a Bonorva?

Infine, se ancora non lo hai fatto, iscriviti subito alla newsletter per ricevere le novità dei nostri prossimi viaggi! E non perdere le novità sulla nostra pagina Facebook, su Instagram e YouTube!


Lascia un commento